L’ EVOLUZIONE AUDACE DELLA CUCINA GLOBALE

La “fusion” non è una novità. Negli anni ’90 e 2000 abbiamo visto suchi burrito, tapas asiatiche e reinterpretazioni etniche di piatti classici.
Oggi, però, nasce la BIG FUSION: un movimento gastronomico che non si limita a contaminare, ma ricostruire piatti e tecniche da zero mescolando culture, ingredienti e narrazioni in modo consapevole.
COSA SPINGE LA BIG FUSION?
A spingere questa tendenza sono viaggi, social media e curiosità dei consumatori. I clienti cercano esperienze culinarie che stupiscano occhi e palato, ma anche raccontino storie di popoli e territorio.
Gli esempi sono sempre più audaci: tacos al tikka masala, ramen al tahini, arancini con kimchi e pecorino, gelato al basilico e sesamo nero; e ancora guacamole al pistacchio, tacos di lampredotto in salsa di miso e ravioli al vapore con coda alla vaccinara.
Ogni piatto è un masch-up tra tradizione e innovazione, tra sapori familiari e scoperte esotiche.
UNA SFIDA E UN’OPPURTINITA’ PER GLI CHEF
Per gli chef la Big Fusion è una sfida creativa e un’opportunità. Permette di valorizzare materie prime locali, inserendole in contesti globali e sostenibili; integra tecniche fermentative, proteine vegetali, adattogeni e ingredienti funzionali per rispondere alla domanda di benessere.

INTEGRAZIONE DI NUOVE TECNICHE E INGREDIENTI FUNZIONALI
Non è quindi solo una moda: la Big Fusion è la naturale evoluzione della cucina in un mondo sempre più interconnesso. Non si tratta di perdere identità, ma di crearne di nuove, costruendo nuovi classici globali che parlano di territorio, salute e creatività.
Ecco che i piatti diventano esperienza da ricordare, raccontare, condividere, instagrammare.
L’integrazione di tecniche particolari come ad esempio la liofilizzazione danno una marcia in più alle proposte culinarie rendendole sorprendenti nella consistenza, accattivanti visivamente e sublimi nell’aroma.
Immaginiamo adesso un menu degustazione “BENESSERE E RADICI”
Aperitivo: MOCKTAIL CON ERBE ALPINE, KEFIR DI COCCO E LAVANDA (Kefir di cocco fermentato con sciroppo di lavanda, completato con soda al limone e ghiaccio)
Antipasto: TACO DI FARRO TOSCANO CON TEMPEH AFFUMICATO E SALSA ALLE NOCI LOCALI (Tortilla di farro ripiena di tempeh affumicato, insalata di erbe spontanee e salsa cremona alle noci)
Primo: RAMEN MEDITERRANEO CON BRODO DI ERBE E ALGHE DELL’ADRIATICO (Brodo vegetale a base di erbe mediterranee, kombu e funghi shiitake, noodle di grani antichi, topping di verdure locali e semi tostati)
Secondo: BURGER DI LEGUMI UMBRI E FUNGHI SHIITAKE, SALSA DI YOGURT CAPRINO (Burger di ceci neri e lenticchie, arricchito da shiitake e servito con salsa allo yogurt di capra e insalatina di germogli)
Dessert: SEMIFREDDO AL MIELE DI CASTAGNO E MATCHA CON CRUMBLE DI NOCCIOLE (Semifreddo dolce-amaro, servito con polvere di matcha e crumble di nocciole piemontesi)
Questo menu alterna piatti leggeri ma gourmet, sfruttando ingredienti locali raccontandone la provenienza.
UNA CUCINA CHE RICHIEDE COMPETENZA E STUDIO
Per preparare questo menu è necessario avere una solida formazione culinaria. Non puoi improvvisare.
Devi conoscere le basi della cucina, rispettare le culture d’origine, comprendere le reazioni chimiche tra gli ingredienti e tenerti sempre aggiornato e continuare a studiare. Gli chef stellati a volte impiegano anni prima di completare i propri piatti, proprio perché questi vengono provati, aggiustati, cambiati per arrivare all’eccellenza e rendere ogni boccone memorabile!!!
